martedì 8 giugno 2010

Perplessità sulla scuola

Il professore arrogante soddisfa la sua sete di divertimento con il futuro dei suoi allievi: come può un uomo, per quanto maturo, competente e professionale, godere del diritto di giudicare (e condannare) i propri simili? Quale potere divino ed extraumano gli ha concesso un cosi' tristo diritto?
Ho veduto professori gettare il fango della propria rabbia esistenziale addosso ai visi indifesi degli alunni, perfettamente costretti a sedere dietro un lavorato pezzo di legno non molto differente da una gogna.

Possono alcuni Uomini decretare lo scorrere della celeste gioventù di un essere umano, orientandolo fin dall'infanzia all'istruzione obbligatoria?
E poi chi è la scuola per educarci? E l'educazione dataci dalla scuola ci insegna realmente a vivere meglio e comprendere i malanni della società in cui viviamo?

"La scuola è una gabbia", disse un innocente, ma sapiente, infante. Come dargli torto?

Ma la cosa peggiore, oltre al prezioso tempo della gioventù che ci viene meschinamente defraudato, è un'altra: il nostro futuro è nelle mani di un gruppo ristretto di soggetti, ovvero sia i professori.
Certo: basterebbe studiare è, cosi', siamo noi stessi a decretare il nostro futuro.
E se io non volessi studiare?
Perchè dovrei subire una penalizzazione per la mia libertà perfettamente esercitata?

Queste e altre domande battono violentemente contro la mia scatola cranica, gettandomi nel più ampio sconforto.

Una moderna notte urbana

Mandrie di grilli notturni
suonano la soave sinfonia
che accompagna le sanguisughe alate
verso la linda luce lunare.

Poi: tacciono.

Il tremendo rumoreggiare delle quattro ruote
copre il sacro cantare della Notte
e le zanzare che prima cercavano la Luna,
corrono rapide verso il primo lampione.