domenica 28 febbraio 2010

Sono un lurido pezzo di merda (per nulla dissimile dalla ignorante marmaglia umana)

Seduto sul suo comodo letto, il ragazzo ascolta della buona musica. Musica commerciale che si sente dovunque, nei supermercati, nei negozi d'abbigliamento, nei centri commerciali. Piacevole.
Il tempo scorre. Qualcuno nel mondo, certamente, sarà morto, starà morendo, sarà nato, starà nascendo. Ma al ragazzo non importa niente. Non ci pensa. Continua ad ascoltare la sua stupida musica che, purtroppo, in quel preciso istante, molte persone nel mondo stanno ascoltando.
La televisione dà una tragica notizia. Un operaio edile, l'ennesimo, è morto mentre lavorava. Caduto dà un'impalcatura e atterrato con la pancia e la faccia dopo un volo di cinquanta o sessanta metri. Nulla rimane del suo viso già dilaniato dalle fatiche del lavoro di una vita. Lascia la famiglia, l'unica cosa tangibile e preziosa che possedeva
Ma la televisione del ragazzo è spenta. La spina elettrica staccata. Lui ascolta la sua musica e scalda il letto.
Un bambino, probabilmente, anzi sicuramente, è vittima, in qualche parte del mondo, di uno stupro, di un abuso sessuale.
Soffrirà per tutta la vita. Perirà per tutta la vità. I suoi sentimenti? Le sue emozioni? La sua vita? A fanculo, per sempre.
Ma il ragazzo, niente. Ascolta la musica e, addirittura, sonnecchia.
In una remota parte del mondo, intere popolazioni sono devastate dall'atroce potenza di un terremoto. Migliaia di morti e feriti. Case, famiglie e vite distrutte. E il ragazzo, invece, si permette di sonnecchiare. Si permette di ignorare.

"Perchè ho la strana abitudine di parlare in terza persona?"

mercoledì 24 febbraio 2010


Mi piacerebbe sapere se, adesso, in questo preciso istante, qualcuno mi sta pensando.
Spero soltanto che, adesso, in questo preciso momento, qualche bella ragazza da me conosciuta sta riflettendo sulla mia persona fisica, intellettuale, caratteriale.

Sono un orfano, un senzatetto. Ho bisogno di una casa. E non c'è dimora migliore della mente di chi ci conosce. Non chiedo il cuore, sono umile, mi basta la mente, anche un solo, misero e flebile pensiero.
Mi basta.
Spero.
La speranza è sempre l'ultima a morire ma, alla fine, si sà, muore lo stesso.

martedì 23 febbraio 2010

Oggi


Oggi mi sento un pò come Marsia, il centauro scuoiato vivo per aver perduto una gara musicale con il divino Apollo.

Ho perduto la dura battaglia per la conquista della serenità.
Ho perduto tutto, anche quel minimo di felicità che ero riuscito, dolorosamente, a conquistare.

E come Marsia, merito la più estrema delle punizioni....

Il suicida


Vedo il sangue che voracemente sgorga dalle verdissime vene del mio polso.

Comincio a smarrire le forze. La vita mi sta lentamente abbandonando.

Vedo una luce. Forse è quella del paradiso. Dio, probabilmente, esiste. Ed io sto per raggiungerlo.

Non credevo che fosse cosi' facile e piacevole morire.

Ho preso un coltello. Ho poggiato la tagliente lama sul lucido polso e....zac! ho tagliato.

Il calore del sangue mi ha ustionato le braccia. Il rosso del sangue si mischiava allo spleen che, per fortuna, lasciava il mio corpo eternamente morente.

La bile nera della malinconia, contenuta nella milza mi ha, cosi', abbandonato. La serenità mi ha pervaso e dominato.

Che piacere!

Ma la vita mi sta lasciando e, purtroppo, non posso assaporare durevolmente il gusto di un'esistenza serena e priva di dolori interiori.

Non mi resta che sperare nel paradiso. Ma si sà, il suicida merita l'inferno. Niente paradiso, solo inferno.
Mi accontento. Voglio soltanto restare l'eterno compagno di questa splendida serenità....

lunedì 22 febbraio 2010

VISIONI ALLUCINOGENE (ciò che ho veduto dopo aver consumato dei funghetti allucinogeni....)

E' proprio vero: ci sono alcune sostanze che, per fortuna, ti permettono di vedere la realtà con lucidità estrema...

"Un cavallo corre pazzamente nella mia camera da letto.
Corre per raggiungere una meta che però, data l'estrema grandezza della mia camera, non riesce a toccare.
Io tento di fermarlo ma lui mi ignora.
Urlo, smanaccio, gli corro dietro ma niente, sembra sordo e cieco.
Dopo poco tempo, però, il cavallo scompare. O meglio, si trasforma in una grossa e famelica tigre che, per soddisfare la sua atavica fame, vuole cibarsi del mio grasso e grosso corpo.
Io, con estrema gentilezza, come se fosse un piccolo gattino indifeso, la esorto a lasciarmi in pace ma lei, niente, non mi ascolta. Si avvicina sempre di più. La bocca si apre lentamente. Mi mostra le sue zanne bianche e affilate.
E' sempre più vicina. Vicinissima. Io resto immobile. Non riesco a muovermi. Sono bloccato.
Fuoco. Fuochissimo!
La bocca della tigre è davanti alla mia testa.
Ho paura. Penso: "ecco, è arrivato il momento di morire". Chiudo gli occhi. Mi rassegno al fato crudele.
Passano diversi secondi. Sono ancora vivo. Non riesco a sentire l'odore del sangue e, cosa molto positiva, non avverto più il greve respiro della tigre.
Un flebile lamento di gioia mi arriva alle orecchie.
Un lamento canino.
Apro gli occhi.
Vedo cosi' il mio piccolo cane nero. Mi sta guardando e sembra quasi che mi stia sorridendo. Ricambio il sorriso e lui, senza perdere un secondo, mi salta addosso e, sventolando la lingua sul mio corpo non più immobile, manifesta tutta la sua gioia di vedermi."

mercoledì 17 febbraio 2010


Attraverso il contatto diretto e reiterato con le masse, dobbiamo analizzare la realtà (la società) con un punto di vista marxista-leninista (rapportando tutto al conflitto capitale-lavoro) attraverso un importante ed efficace strumento qual è l'INCHIESTA.
Sulla base dell'analisi, dobbiamo elaborare una giusta teoria (come agire? che fare?) che ci serva da guida per la pratica.
In una parola: partire dalla realtà per modificare la realtà. Questo significa essere MARXISTI.

sabato 13 febbraio 2010

Ad un non cOMUNISTA


Se ti ritieni comunista soltanto perchè il marxismo, rappresentando un certo impianto filosofico, presenta una sua complessità ed un determinato fascino intellettuale, sei assolutamente libero di esserlo.
Ma io, invece, a differenza della tua vanità intellettuale, sono comunista perchè desidero fermamente l'emancipazione del proletariato dalla borghesia. Desidero ardentemente che ogni condizione di "sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo" sia completamente annullata. Desidero una VITA migliore per tutti quei lavoratori salariati che, per coltivare l'ingente ricchezza altrui, quella dei borghesi, sono condannati ad una vita di stenti e di miseri riconoscimenti. Desidero, dunque, un mondo dove l'uomo (l'operaio) non sia costretto a VENDERSI per sopravvivere.
Desidero un mondo più giusto, socialmente equo.
Desidero, in una parola, il comunismo.
Io sono comunista perchè voglio il comunismo.
Quindi, caro amico, e non compagno, fatti da parte e lasciaci tingere di rosso questo mondo fin troppo nero.

La storia la fanno i vincitori


Tutti si ricordano ed amano ricordare le morti dovute al comunismo, sia esso cinese, russo, cambogiano o vietnamita. Nessuno, però, in perfetta malafede, rammenta le migliaia e migliaia di morti dovute all'imperialismo sfrenato dei primi anni del novecento. Nessuno ricorda la dignità delle popolazioni africane ed asiatiche, calpestata dall'arroganza britannica, francese, tedesca e, soprattutto, statunitense.
Dignità che l'imperialismo continua tutt'oggi a calpestare, come accade in Afghanistan e in Iraq.
Purtroppo la storia la fanno i vincitori.
Spero solo che, in un futuro prossimo, possiamo riunirci tutti insieme e, con le lacrime agli occhi e la mente aperta, ricordare, in una speciale "giornata della memoria", tutte quelle povere ed anonime persone che hanno perito sotto il famelico scettro dell'imperialismo. Lo spero.
Lo credo. Vedo rosso.....

giovedì 11 febbraio 2010

L'unione




Un pezzo di pane secco e ammuffito. Un bicchiere di latte scaduto e fetido. I due si ritrovano in una piazza spaziosa ma brulla.
Parlano. Scherzano. Ridono. Stanno bene.
Ad un tratto, improvvisamente, il pezzo di pane si tuffa nel bicchiere di latte.
Il pane assorbe tutto il liquido latteo.
Il pane secco diventa morbido ed assume un fuglido colore biancastro.
Adesso il latte ed il pane sono un'unica cosa. L'unione fa la forza e, soprattutto, annulla tutto ciò che c'è di malvagio, orrendo.

mercoledì 10 febbraio 2010

Il regno dei cieli


Gesù (altro che anarchico) è il più grande aristocratico della storia. L'essenza della sua parola è piuttosto chiara: "Sottomettervi tutti uniti all'unico e immenso monarca, cioè Dio. Lui avrà pietà di voi".

sabato 6 febbraio 2010

Il gatto

Esco fuori. Accendo una sigaretta. Fumo e mi sento bene. Il dolore esistenziale, anche se solo per un momento, si placa. Il tabacco brucia e con esso i miei polmoni. Ogni boccata è un piacere e un dispiacere. La sigaretta è quasi finita. Il dolore torna lentamente. Non potrebbero inventare una sigaretta infinita? Sarebbe una perfetta soluzione al dolore che, fin dalla notte dei tempi, affligge noi poveri esseri umani. Esseri fragili, anche nella loro malvagità estrema.
La fragilità e la malvagità sono due facce della stessa medaglia. Anzi, la stessa faccia della stessa medaglia.
La sigaretta è finita. Il dolore torna. La fragilità e la malvagità....scendo in strada. Catturo un gatto. Lo ammazzo di botte. Raccolgo il suo piccolo corpo tumefatto, massacrato. Con estremo stupore e piacevole ammirazione mi accorgo che il piccolo animale è ancora vivo. Rantola. Un flebile lamento esce dalla sua bocca. "Muori bastardo!", urlo con rabbia. Lo sbatto violentemente a terra come un qualsiasi sacco di sabbia. La piccola testolina si apre. La materia cerebrale fuoriesce e si spande sul freddo asfalto brullo. La strada è vuota. Il gatto è morto. Era un cucciolo. Ho amputato la sua esistenza. Gli ho impedito la crescita. L'ho privato della dolorosa gioia di vivere. Gli ho tolto qualsiasi possibilità di vita. "Gatto di merda", dico malinconicamente, "non prendertela con me. Sono un uomo. Sono fragile. Devi comprendermi". Intanto il gatto è morto. Ed io sono vivo. Chi è più fortunato?