domenica 28 febbraio 2010

Sono un lurido pezzo di merda (per nulla dissimile dalla ignorante marmaglia umana)

Seduto sul suo comodo letto, il ragazzo ascolta della buona musica. Musica commerciale che si sente dovunque, nei supermercati, nei negozi d'abbigliamento, nei centri commerciali. Piacevole.
Il tempo scorre. Qualcuno nel mondo, certamente, sarà morto, starà morendo, sarà nato, starà nascendo. Ma al ragazzo non importa niente. Non ci pensa. Continua ad ascoltare la sua stupida musica che, purtroppo, in quel preciso istante, molte persone nel mondo stanno ascoltando.
La televisione dà una tragica notizia. Un operaio edile, l'ennesimo, è morto mentre lavorava. Caduto dà un'impalcatura e atterrato con la pancia e la faccia dopo un volo di cinquanta o sessanta metri. Nulla rimane del suo viso già dilaniato dalle fatiche del lavoro di una vita. Lascia la famiglia, l'unica cosa tangibile e preziosa che possedeva
Ma la televisione del ragazzo è spenta. La spina elettrica staccata. Lui ascolta la sua musica e scalda il letto.
Un bambino, probabilmente, anzi sicuramente, è vittima, in qualche parte del mondo, di uno stupro, di un abuso sessuale.
Soffrirà per tutta la vita. Perirà per tutta la vità. I suoi sentimenti? Le sue emozioni? La sua vita? A fanculo, per sempre.
Ma il ragazzo, niente. Ascolta la musica e, addirittura, sonnecchia.
In una remota parte del mondo, intere popolazioni sono devastate dall'atroce potenza di un terremoto. Migliaia di morti e feriti. Case, famiglie e vite distrutte. E il ragazzo, invece, si permette di sonnecchiare. Si permette di ignorare.

"Perchè ho la strana abitudine di parlare in terza persona?"

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