martedì 23 febbraio 2010

Il suicida


Vedo il sangue che voracemente sgorga dalle verdissime vene del mio polso.

Comincio a smarrire le forze. La vita mi sta lentamente abbandonando.

Vedo una luce. Forse è quella del paradiso. Dio, probabilmente, esiste. Ed io sto per raggiungerlo.

Non credevo che fosse cosi' facile e piacevole morire.

Ho preso un coltello. Ho poggiato la tagliente lama sul lucido polso e....zac! ho tagliato.

Il calore del sangue mi ha ustionato le braccia. Il rosso del sangue si mischiava allo spleen che, per fortuna, lasciava il mio corpo eternamente morente.

La bile nera della malinconia, contenuta nella milza mi ha, cosi', abbandonato. La serenità mi ha pervaso e dominato.

Che piacere!

Ma la vita mi sta lasciando e, purtroppo, non posso assaporare durevolmente il gusto di un'esistenza serena e priva di dolori interiori.

Non mi resta che sperare nel paradiso. Ma si sà, il suicida merita l'inferno. Niente paradiso, solo inferno.
Mi accontento. Voglio soltanto restare l'eterno compagno di questa splendida serenità....

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