mercoledì 22 luglio 2009

SOFFRO

SOFFRO quando vado in auto/ SOFFRO quando un caro muore/ SOFFRO per l'inesistenza di Dio/ SOFFRO per la morte di Pasolini/ Soffro per chi vive da vegetale/ SOFFRO quando viene l'estate/ SOFFRO quando rispondo negativamente ad un invito/ SOFFRO quando sono al centro dell'attenzione/ SOFFRO quando vengo trascurato/ SOFFRO quando penso al mio passato/ SOFFRO quando non capisco/ SOFFRO quando vedo Teo Mammuccari recitare/ SOFFRO a causa dell'arroganza della gente/ SOFFRO quando censurano "Brokenback Mountain"/ SOFFRO quando i gay manifestano in piazza/ SOFFRO a causa della prepotenza borghese e cattolica/ SOFFRO quando non faccio nulla per tutto il di'/ SOFFRO quando sono costretto a lavorare/ SOFFRO quando prendo un impegno/ SOFFRO quando ho un'idea e non riesco ad esprimerla/ SOFFRO quando non riesco a reagire ai soprusi/ SOFFRO quando maltrattano gli animali/ SOFFRO perchè gli animali non possono parlare/ SOFFRO quando devo amare/ SOFFRO quando muoio.

AMO quando tutto ciò per cui soffro NON ACCADE.

DANILO SARRA (''--00--")

venerdì 17 luglio 2009

La vechia che va a l'uspizio

- O nona!... Nona!... Nona bela mia!
- Sta bono, Rafaeli', nun pange tanto...
... Vago a l'uspizio, miga al Campusanto...
Me vinirai a trovà 'nsieme cun zia...

- Mama!... C'è la carrozza!... Tirè via!
- Sci'. Ve saluto, gente... e scusè tanto...
... Gesù!... Cume farò a fermà stu pianto?
- Nona! Nona! - Curagio, Rosalia!

- Curagio?... Eh, quelo, sci', ce n'ho un bel po'...
...Dopo una vita amara cume el fiele,
andà a ferni' scurdata in t'un canto,

è bruta!... E' bruta!... E' mej le tavernele!
...Quel'anima de Dio!... Cume farò
a nun cantai la nana?... Adio, surele...

Duilio Scandali

Questo sonetto oltre ad essere uno dei migliori di Scandali è anche uno dei miei preferiti in assoluto.
Il poeta, in questo caso come in molti altri, si limita a ritrarre la realtà senza trasfigurazione alcuna. Il naturalismo è una caratteristica essenziale della poesia di Scandali e forse la sua alta validità emozionale è dovuta proprio a questo fondamentale carattere.


La donna anziana che lascia tutti i suoi cari per recarsi nell' estremo luogo: l'ospizio. Non esiste altro luogo cosi deprimente e tristemente consapevole come l'ospizio. Quando avrò raggiunto la vecchiaia non separatemi neanche per un attimo dai miei cari, rischierei di morire senza il loro vitale supporto: una morte priva di amore e calore non è degna di essere affrontata

mercoledì 15 luglio 2009

La passione

La passione è anche tormento.

Spesso siamo schiavi di un mero luogo comune, ovvero: la passione per un qualcosa significa solo ed esclusivamente "emozioni positive". Ciò non è affatto vero. Infatti la passione per una determinata attività implica soprattutto impegno e dedizione, i quali portano con loro anche emozioni negative, o perlomeno non positive. Tormento, rabbia, frustrazione, sofferenza fisica: anche questi elementi sono la conseguenza della nostra passione per una certa cosa.
Dunque "passione" vuol dire positività e negatività e codesta non è affatto una situazione sfavorevole.

La varietà è una condizione essenziale per convivere felicemente con noi stessi e con gli altri. A tal proposito affermo: "l'essere umano deve essere stupido ed intelligente al tempo stesso".
Più siamo vari, più siamo amati ed amabili.

L'illusione mistica

Il futuro è il motore dell'uomo.

L'essere umano vive per il suo futuro: quando esso manca, la vita perde di piacere ed anche di significato.
La vecchiaia è la fase ultima della vita: la morte è vicina ed il futuro è ormai lontano, passato per sempre. Per questo motivo l'anzianità è sinonimo di disperazione, depressione e rassegnazione: perche manca la sicurezza data dal futuro.
Come evitare che, una volta anziani, il dolore prenda possesso di noi? Semplice: l'unico rimedio è l'IGNORANZA.
Infatti la disperazione scatta quando arriviamo alla consapevolezza della suddetta tragica situazione: la mancanza di un futuro.
Come fare ad essere ignoranti?
Bene, in questo caso l'ignoranza consiste nel crearsi un'illusione, ovvero che un futuro esiste ancora: Un futuro ultraterreno: il cosidetto paradiso.
Può sembrare un compito irto che rasenta l'utopia ma cosi non è: si tratta di un'operazione semplice e naturale. In tal caso l'ignoranza è intrinseca all'uomo. Di fronte alla consapevolezza della scomparsa del nostro futuro, diveniamo tutti ignoranti. Degli squallidi ignoranti che si illudono miserabilmente che la vita continua: "è l'uomo, bellezza!".

Il quesito conclusivo è: dobbiamo ringraziare o maledire chi ci ha dato la possibilità di illuderci?

martedì 14 luglio 2009

"Ama il prossimo tuo come te stesso"

"Ama il prossimo tuo come te stesso": questo affermava Gesù.

Premettendo che ammiro ed apprezzo la figura di Gesu, trovo che il suo principale aforisma possa subire una mediocre generalizzazione.
Infatti, a mio avviso, "ama il prossimo tuo come te stesso" non vuol necessariamente indicare che amando gli altri come amiamo noi stessi, facciamo loro del bene. Ovvero: spesso accade che un qualcuno non ami se stesso ed addirittura provi disprezzo per la sua persona (anoressia o bulimia docet). Quindi in taluni casi, se io non apprezzo la mia persona cioe provo poco amore nei miei confronti, rispettando il precetto di Gesu, darò anche poco amore agli altri.

In conclusione mi permetto di operare una modifica alle parole di Gesu': "Se provi amore per te, ama il prossimo tuo come te stesso".

Spero di essermi spiegato nella maniera esatta!

lunedì 13 luglio 2009

Il comunismo è il paradiso in terra

Feuerbach nel suo "l'essenza del cristianesimo" afferma che la religione è una forma dell'alienazione umana, in quanto l'uomo proietta le sue esigenze di fratellanza, uguaglianza e giustizia in un mondo ulteriore: il paradiso, appunto.
In seguito passa all'analisi della predicazione di Gesu sulla terra: Gesù rappresenta la venuta di Dio tra gli uomini. Gesù è l'emblema di un fondamentale dato: Dio è l'uomo.
Feuerbach prosegue affermando che è giunto il momento in cui l'uomo deve provvedere alla realizzazione dei suddetti principi "celesti" nel mondo terreno, non rivolgendo piu le sue mere speranze ad un mondo fantomatico.
E' scoccata un'ora precisa: l'essere razionale deve "REALIZZARE IN TERRA CIO CHE ATTENDEVA NELL'ALDILA". Trasformare quindi il regno dei cieli in "regno della terra".
Quale altra ideologia "terrena e terrestre" oltre al comunismo puo farsi carico di un tale compito?
A questo punto io sostengo che chiunque si professi avverso all'ideologia comunista, si pone implicitamente come "nemico" degli ideli cristiani (attenzione: non cattolici!) di uguaglianza, fratellanza, giustizia ed aggiungerei di benessere assoluto.
Quindi il comunismo non è altro che il mezzo mediante il quale ottenere il "paradiso in terra". Ebbene si: IL COMUNISMO E' IL PARADISO IN TERRA.

Che cosa aspettiamo?
Abbiamo tutti bisogno di un'intensa preparazione che ci consenta poi di agire. La rivoluzione del popolo è vicina e mai come oggi risulta necessaria.
Agire. Ora!

P.S.
Senz'altro trovereta errori lessicali, sintattici e forse anche storici. Bene, scarico tutte le mie eventuali responsabilità sul tremendo mal di testa che mi affligge

mercoledì 8 luglio 2009

Personale sfogo sull'inquisizione

L'altro ieri mi è capito di assistere ad un evento alquanto ridicolo. Un mio conoscente fortemente cattolico rammentava la dura persecuzione operata dall'impero romano nei confronti dei cristiani. Prima di continuare premetto che nutro una profonda ammirazione nei confronti dei "primi" cristiani che ebbero la mitica capacità di muoversi per abbatere le "borghesi" condizioni dell'impero romano. Credo di non errare se affermo che i "primi" cristiani sono anche stati i "primi comunisti" della storia. A tal proposito è corretto citare il "Vangelo di un povero peccatore" di Weitling, dove Gesu viene considerato il primo comunista della storia.
Tornando a noi, io ritengo che un qualcuno che lasci passare i cristiani come vittime della storia ricordando a tal proposito la persecuzione attuate dai romani nei loro confronti, si esprime in malafede.
Infatti dimentica di citare tutto cio che accadde dal 1200 circa al 1600 circa e che va sotto la dicitura di "caccia alle streghe".
Il periodo dell'inquisizione è stata una delle pagine piu brutte della storia dell'umanità. Infatti io mi domando: perche condanniamo aspramente l'olocausto e non riserviamo almeno lo stesso trattamento ad un fenomeno molto piu ampio e crudele come quello della "caccia alle streghe"?. Molti sostengono che si trattava di altri tempi e dunque non si possono porre le due cose sullo stesso piano. Il fatto è che delle genti sono morte ugualmente e non valgono meno solo perche sono morte in epoche differenti.
Spesso capita di udire pietose storie sui prigionieri dei campi di sterminio nazisti e altrettanto spesso, per rimarcare la crudeltà dei nazisti stessi, vicende che hanno per protagonisti bambini. Puntualmente, di fronte alla candida figura di un infante, le genti inorridiscono clamorosamente. Perche il loro sdegno non compare anche di fronte ai numerosi bambini arsi vivi da animali come Filippo Von Eherenburg e Pierre De Lancre? O dinanzi ai numerosi minorenni accusati di stregoneria e flagellati senza pietà? La risposta è semplice: i macabri avvenimenti dell'inquisizione vengono rimossi da qualsiasi mezzo d'informazione o di divulgazione, che non siano i libri. A tal proposito mi sento in dovere di ringraziare Vanna De Angelis perche solo grazie al suo "Libro nero della caccia alle streghe" ho potuto conoscere l'inettitudine e la crudele pratica della religione cattolica nel corso della storia.

In ultima istanza volevo atrribuire all'inquisizione una ragione di carattere economico. Infatti chi veniva condannato per stregoneria, non solo veniva arso vivo (il "Malleus" raccomandava di ardere vive le streghe) ma subiva anche la confisca dei beni. Detto questo, c'è da stupirsi se spesso ad essere condannate erano donne di buona famiglia?
Franchetta Borelli docet.

P.S.
Mi scuso se nel corso del mio rapido discorso non ho seguito una precisa linea logica ma è stata una stesura dettata dall'irrazionale sdegno per questa orrenda pagina della nostra storia. C
Comunque invito tutti a leggere "Il libro nero della caccia alle streghe". Sono pronto a prestarvelo: tutti DEVONO conoscere!

martedì 7 luglio 2009

Il senso della vita

Molto spesso ci poniamo questa domanda: "Qual'è il senso della vita?". Come è facilmente riscontrabile, questo quesito resta tutt'oggi inevaso o perlomeno privo di una risposta netta. Cosi' resterà per sempre, fino a quando non ci andremo a porre prima un'altra domanda: "La vita ha realmente un senso?". Quindi per conoscere il senso della vita dobbiamo prima esser certi che esista davvero un senso.

Engelmajer insegna...

"Noi non possiamo dimenticare": questo diceva ieri notte Gabriele La Porta. La dimenticanza di cio che è stato puo essere soltanto la conseguenza di un problema fisiologico (alzeheimer ad esempio) e non di una volontà psicologica dell'individuo. Dunque come fare per non farsi logorare da esperienze negative passate? Il trucco è apparentemente semplice e consiste nell'operare una trasformazione: L'esperienza negativa deve mutarsi in conoscenza positiva. Dobbiamo quindi arrivare alla consapevolezza della profonda negatività di una tale esperienza passata ed attribuirgli il titolo di "ERRORE". Arrivati alla definizione dell'errore, abbiamo modificato l'esperienza negativa in conoscenza positiva. Conoscendo l'errore, evitiamo di ripeterlo ed abbiamo maggiori probabilità di vivere serenamente.

Tornando al concetto iniziale secondo il quale solo mediante un difetto fisiologico è possibile cancellare un ricordo negativo, arriviamo alla spiegazione del perche molti si rifugiano nell'alcool o nella droga dopo un periodo disastroso. L'alcool e le sostanze stupefacenti permettono all'individuo di intraprendere l'unica via di "cancellazione del ricordo": la distruzione fisiologica della mente.