lunedì 1 marzo 2010

Il mio funerale...

Datemi una bettola, una discarica, una fabbrica abbandonata, un cesso ma, vi prego, non datemi una chiesa. Non voglio la chiesa come luogo fisico e spirituale del mio funerale. Non voglio dare il mio corpo morto in pasto ai preti e neanche a quel signore la cui presenza è falsa e soffocante quanto un grasso cane affamato.
Mi piacerebbe che il teatro del mio funerale fosse la natura. Un fresco bosco riparato dalla battente luce solare. Dovrei morire d'estate. Tutti i partecipanti, venendo al mio funerale, dovranno cogliere l'occasione per rinfrescarsi, fuggire dall'opprimente calura estiva. Un funerale utile.
Vi prego, non lasciate il mio corpo da solo. Non discernetelo dalla musica. Un funerale senza musica è come una vagina senza buco. Non serve a niente.
Però, attenti, non voglio la solita musica funerea, del cazzo. Una musica interessante. Belle parole, grande musica. De Andrè, per esempio. Una composizione che, ascoltata con attenzione, può accrescere il livello culturale, emotivo dei presenti. Artisti italiani, mi raccomando. Un funerale utilissimo.
Un'altra cosa: non mostrate il mio corpo nudo agli altri. Non ho mai amato Sade. L'ho odiato profondamente quando ha espresso la volontà di mostrare il suo cadavere nudo a tutti coloro che lo avrebbero salutato e omaggiato per l'ultima volta. Non si può accettare una simile denigrazione. Sono orgoglioso, fin troppo per farmi vedere nudo. Il cazzo mio è solo mio. Di nessun altro. Solo i miei occhi possono scorgerlo. Gettatemi nella bara cosi' come sono morto. Non mettetemi vestiti eleganti e costosi. Quelli, magari, utilizzateli voi che siete vivi. Vi serviranno di più.
Se proprio volete vestirmi, non fatelo. Lasciatemi in mutande, con il pene ben coperto. Cosi' i vermi e gli insetti, nel mangiare il mio corpo, arriveranno più facilmente alla carne, senza incappare nel fastidioso ostacolo delle stoffe.
Ancora: vi scongiuro, toglietemi gli occhiali. Seppellitemi senza occhiali. Ad occhi nudi. Ho vissuto un'intera vita (se cosi' possiamo chiamarla)con questi grevi e insensibili (ma sensati, purtroppo) occhialacci. Non li ho mai sopportati. Hanno contribuito, seppur in maniera secondaria, ad amputare la mia libertà esistenziale.
E poi, un'ultima cosa, non piangete, non soffrite.
Presto scoprirete che con la mia morte, tutti, ci avete guadagnato. Dopo la mia morte, probabilmente, peserete tutti venti o trenta chili in meno. Il mio peso è troppo alto per essere mantenuto. Va smaltito, immediatamente.

..........dimenticavo..........
I libri. Non regalatemi alla terra senza la compagnia dei libri. Bukowski. Voglio Charles con me. "Il capitano è fuori a pranzo". Charles. Charles.

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