Odio quando qualcuno mi reputa intelligente.
Io non voglio essere intelligente. Vedersi attribuita l'intelligenza è come camminare costantemente con un masso sulla schiena, umanamente impossibile da portare.
Essre definiti intelligenti significa essere investiti da una grossa responsabilità; responsabilità di non sbagliare, non deludere, di fare sempre e comunque il meglio.
Essere tacciati come intelligenti significa, quasi certamente, entrare in competizione con chi è invidioso della nostra (supposta) condizione di superiorità intellettuale o con chi è realmente intelligente.
Io non voglio alcuna responsabilità e competizione. Desidero vivere nella rassicurante mediocrità intellettuale, nella tranquilla e serena stupidità, cocciutagine.
IO VOGLIO ESSERE CHIAMATO "STUPIDO, IDIOTA, DEMENTE". Chiamatemi come volete ma non dite che sono intelligente. Vi avverto: chiunque osi chiamarmi intelligente si rende autore di una pesante offesa nei miei confronti. E vi scongiuro: non mi offendete; io sono sensibile (lo sono, anche se non sembra).
Già, non potete capire ciò che ho scritto. Io sono destinato alla più totale incomprensione. Nessuno potrà mai comprendere la mia essenza: io non voglio male a nessuno. Io voglio bene anche al peggiore dei mostri.
Per fortuna che le vacanze di Natale sono vicine: saranno un'ottima occasione per riflettere attentamente sulle mie condizioni interiori. Ma nel frattempo, e per tutta la mia esistenza, non chiamatemi intelligente, cioè non mi offendete.
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