venerdì 18 settembre 2009

Manifesto del teatro rivoluzionario teso ad abbattere la borghese e perbenista convenzionalità morale del teatro italiano. Futurismo e Carmelo Bene...

Una voce "fuori campo" recita questo piccolo monologo.
L'edificio teatrale è invaso da un buio fittissimo.

"V’è qualche secolo che, per tacere del resto, nelle arti e nelle discipline presume di rifar tutto, perché nulla sa fare": cosi' si esprimeva Giacomo Leopardi.
E' vero. Noi "avanguardisti" siamo degli incapaci. Ma ammettere la propria incapacità significa essere persone coscienti, con la proverbiale testa sulle spalle.
E poi: è molto meglio essere incapaci ed innovare che essere capaci è reiterare ciò che gia è stato compiuto, cadendo nell'ignominia delle cose comuni.
E' la nostra incapacità che ci permette di tastare terreni nuovi e, se tutto andrà per il meglio, essere considerati dei geni.
Infine: Possiamo infrangere un vaso che non abbiamo? Sarebbe impossibile....

Si accendono le luci.

Un attore è sito in mezzo al palcoscenico.
Egli è completamente nudo mentre il suo pene è in piena erezione a causa della estrema necessità di orinare.

"Bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla"

L'attore abbandona le tavole del palcoscenico per scendere in mezzo alla platea.

Una anziana donna in pelliccia è seduta nelle prime file. L'attore la raggiunge e violentemente la picchia.
I colpi inferti dall'attore ai danni della povera donna non sono affato scenici, falsi, bensi' si tratta di vere e proprie "sassate". Nessuna finzione.

La preziosa pelliccia della donna viene ridotta in brandelli.

L'attore esprime una rabbia intensa, accumulata durante la barbara aggressione.

(Rivolgendosi al pubblico)

"Pubblico feccioso! Pubblico lercioso! Pubblico merdoso!
I vostri visini cretini mi fanno arrabbiare a tal punto che vorrei strapparvi quegli stupidi e falsi occhiettini per mangiarmeli come fossero caramelle.
E la vostra bocca: la spalancherei con forza per riempirla di merda! La mia Merda!!
Ommioddio!!! Le mie dolci feci che scendono sulle vostre tumide ed ipocrite labbra. Quel loro colore roseo che lentamente muta in un marrone puzzolente, nauseante! Oh che immagine sublime!

Io voglio uccidervi! Voglio eliminare fisicamente questo pubblico! Pubblico feccioso! Pubblico merdoso! Pubblico lercioso!!Pubblico idiota!
Devo strappare la vostra lingua squamosa per inumidire la sudicia peluria dei miei testicoli! Userò la vostra sporca lingua per lavare i miei coglioni! (Ride sadicamente)"

L'attore orina addosso al pubblico. Cosi' libera la sua sovraccarica vescica.

Questa volta non si tratta di un espediente spettacolare.
L'orina dell'attore colpisce perfettamente gli indumenti del pubblico REALE.

Si avvicina ad una donna (o ragazza) e le struscia il pene ancora bagnato sulla faccia.

(Senza reinserire nei pantaloni l'esclusivo organo maschile!)
"Pubblico borghese! Pubblico di teste da cazzo! Pubblico di stronzi! Pubblico di deficenti! Pubblico di cretini!"

L'attore si impossessa di una pistola (scarica, all'insaputa del pubblico) e la punta alla fronte di uno spettatore ben vestito. Minaccia di ucciderlo.

Dopo alcuni secondi di violente minacce, l'attore pigia il grilletto dell'arma.

Grazie al lavoro di un tecnico, nell'edificio si ode un potentissimo botto che fa sussultare di spavento tutta la platea. Naturalmente il botto non corrisponde a quello della pistola bensi' è diffuso artificialmente mediante l'apparato sonoro dell'edificio teatrale.
Il rumore è assurdamentente potente.

(L'attore torna sul palcoscenico e si rivolge al pubblico)
"Io ho il potere di eliminarvi. Il pubblico è ignorante, il pubblico apprezza ciò che gli offrono.
Il pubblico sopravvive grazie all'attore, non viceversa.
Ricordate: se io voglio posso eliminarvi, posso correggere la vostra indole borghese, la vostra concezione elitaria del teatro.
Il teatro è azione. Il teatro è distruzione. Il teatro è il volere dell'attore.
Arriverà il giorno in cui il teatro verrà liberato dal torpore che aleggia sulle vostre menti borghesi.
Ci sarà un giorno in cui le pellicce non entreranno piu nei teatri ma le poltrone si riempiranno di panni sporchi e pelli grasse.
Il popolo che voi disprezzate avrà la sua rivincita.
A presto. Pubblico dimmerda"

L'attore abbandona il palcoscenico bestemmiando avidamente.

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