sabato 26 settembre 2009

Riflessione sul tempo e petulante confronto con la morte

Il tempo è un assassino.
Tutto perde di significato con lo scorrere del tempo.
Le emozioni scemano a dismisura. La vita si trasforma in esistenza. L'esistenza diventa pesante e macchinosa.
La morte rappresenta una soluzione realistica ed imminente.

Il tempo appiattisce l'essere umano, lo priva della vitale capacità di emozionarsi.
Perchè la debolezza dell'emozione viene ineludibilmente travolta dalla crudeltà del tempo?
Il tempo è crudele. Il tempo è un despota totalmente malvagio.
Il tempo non da illusioni. Il tempo è schietto, diretto. Perfidamente sincero.

Nulla può sconfiggerlo. Nessuno può batterlo. Neanche la morte.
Dopo di essa, il tempo continua ad esercitare il suo opprimente potere sul nostro fisico. Il corpo si decompone. Crescono i capelli. Si cibano i vermi.

Non posso tollerare la mia impotenza di fronte al tempo.
E' possibile sopportare la precoce consapevolezza della inevitabile crudeltà del tempo?

Ho perso. Avete perso. Ha perso. Hanno perso. Abbiamo perso.

Lo sconfitto impugnò una rivoltella. "BOOM!".

Con voce fioca e sofferente disse: "Vaffanculo..."

E mori'.

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La morte è uno strano signore.
La intravedo in lontananza.
Si avvicina.
E' nuda. Con il pisello al vento.
La morte è ridicola.
Con timidezza viene avanti. Mi raggiunge.
Osservo il suo quasi inesistente pisellino. Credevo che la morte fosse dotata. E invece no: un pisellino magro ed ininfluente. Ma che buffa la morte!
Non ho nessun ritegno: rido di fronte alla morte. Senza inibizione alcuna.
La morte è intimidita.
Rido, rido, rido, rido e rido.
La morte non si arrabbia. E' muta ed imbarazzata.
La morte viene mortificata da me. Io sto mortificando la morte.

La morte dice basta. Allunga la sua mano e mi tocca.
Io cado a terra inerme.
Adesso è la morte che ride.
Vengo svestito dalla morte.
La morte ride della mia nudità.
Ride bene chi ride ultimo?...no

Improvvisamente ed inaspettatamente mi rialzo.
La morte smette di ridere. Appare visibilmente esterefatta.
La morte osserva il mio organo genitale.
E' più grande del suo.
La morte si mette a piangere.
Il suo pene è più piccino del mio.
Ho sconfitto la morte!
La morte piange. Ed io rido. Rido di gusto. In eterno.

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