giovedì 5 novembre 2009

L'egemonia capitalistico-borghese sul cinema italiano

I cinepanettoni, tanto apprezzati e difesi dalla massa, costituiscono l'esempio lampante dell'influenza capitalistico-borghese sull'arte cinematografica.
L'attuale società (la nostra) dominata dal potere borghese (ovvero delle multinazionali e della grande imprenditoria) non fa altro che rispettare una "norma" fondamentale di ogni epoca storica: il potere economico e politico influenza (e addirittura caratterizza) l'arte. L'arte non è altro che un'interfaccia di chi detiene il potere economico: questo accadeva con Goldoni e accade con i cinepattoni e i "mocciosi" (ossia i subprodotti per subumani di Federico Moccia).

L'influenza esercitata dal potere capitalistico-borghese sull'arte cinematografica non è per nulla dissimile da quella travagliata dal regime fascista sul cinema (cinema dei telefoni bianchi): anestetizzare le masse allontanando la loro mente dalle tematiche socialmente utili, ovvero insidiose per il regime (sia esso fascista o capitalistico-borghese, semmai ci fosse una differenza).

Prendiamo un cinepattone.
Nel famoso "film di natale" assistiamo a vicende che hanno per protagonisti personaggi appartenenti alla medio-alta borghesia: medici, avvocati, architetti, industriali, eccetera. Può un operaio permettersi un viaggio a New York, Beverly Hills, ecc. soggiornando in lussuosi hotel?
Credo di no. Il cinepanettone racconta un mondo borghese nella maniera borghese, ovvero mostrando vicende vacue dal punto di vista dei problemi che affliggono i deboli.
Se non viene raccontato l'operaio, come possono essere affrontate tematiche che lo riguardano?

Ma il carattere inquietante è uno: i deboli sono contenti di essere ignorati e si divertono nel vedere un mondo che non gli appartiene (e mai gli apparterrà). Ridono dell'imbroglio ordito dal potere borghese nei loro confronti.

Inoltre:

Il boom economico segna, in Italia, l'ascesa del potere capitalistico-borghese che vedrà rafforzata la sua egemonia culturale, politica, economica grazie alla spasmodica diffusione del mezzo televisivo. (La televisione: ciò che è mancato ai regimi storici come quelli fascisti e in alcuni casi comunisti).
Il regime fascista non è riuscito a caratterizzare interamente il mondo culturale, politico ed economico. Il regime capitalistico-borghese ci sta riuscendo. E' in atto il genocidio delle menti pronosticato da Marx: il consumismo, il maniacale "stare al passo con i tempi", il dandismo sono diventati caratteri essenziali dell'agire e del pensare delle masse odierne.

Una piccola elite resiste.
Il potere borghese ha sovvertito anche il concetto stesso di elite. Se nel passato remoto, l'elite veniva considerata come un qualcosa di negativo, oggi essere definiti "elitari" significa ricevere un complimento. L'elite di oggi è quella positiva aristocrazia che si dissocia dalle menti delle masse manipolate dal meschino potere capitalistico borghese.
Dicevo: il boom economico segna l'avvio dell'egemonia capitalistico-borghese. E allora pongo questo quesito:
Perchè dopo il boom economico scoppiò la moda del "cinema erotico alla Alvaro Vitali" privo di senso e di contenuti socialmente utili?
Il cinema "qualunquista" di Lino Banfi, Alvaro Vitali, Gianfranco D'Angelo, JERRY CALA, è lo specchio evidente del dominio capitalistico-borghese, proprio come i cinepanettoni.
Rossellini, De Sica, Monicelli, Risi, PASOLINI: non esistono più. E mai torneranno

Qualcuno, come Nanni Moretti, resiste.
Altri (vedi Matteo Garrone) trascorrono le loro vacanze in Sardegna con la squallida compagnia di personaggi del calibro di Valeria Marini...

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