venerdì 9 ottobre 2009

Non ci resta che piangere (una disarmante ipocrisia)

Ieri sera ad Annozero l'illustre avvocato di Silvio Berlusconi (e deputato) ha avuto l'accortezza e il fegato di rappezzare le buche create da Berlusconi in seguito alle calde affermazioni post-bocciatura lodo alfano ad opera della corte costituzionale. E' proprio vero: i servi sono pronti a metterci la faccia pur di favorire il buon samaritano del loro padrone.
Nicolò Ghedini ha smentito le dichiarazioni di Berlusconi secondo le quali quello della corte costituzionale è un verdetto politico. Ma come si può negare cosi spudoratamente l'evidenza?
Perfino il veracissimo Maurizio Gasparri (capogruppo del pdl al senato) ha affermato che "la corte costituzionale non è più un organo di garanzia perchè smentendo la sua giurisprudenza ha emesso una decisione politica..", infine ha ritenuto che la corte è una "sezione di partito della sinistra". Dichiarazioni alquanto eloquenti che sono arrivate l'8 ottobre, quindi il giorno seguente alla decisione della consulta che si espressa con la bocciatura del Lodo Alfano. Il medesimo concetto è stato espresso dallo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi e dai suoi innumerevoli servacci piddiellini.
Adesso: può un eletto dal popolo (sia esso il presidente del consiglio o un "semplice" parlamentare") mettere in discussione l'organo giuridico più importante della nostra repubblica? Ci si può spacciare per portatori di democrazia quando si dovrebbe rispettare (sempre!) il giudizio di un fondamentale organo come la corte costituzionale?
L'elemento che mi stupisce è anche un altro: perchè non si è mai parlato di una corte "sinistrorsa" prima del verdetto? Infatti non sono rintracciabili affermazioni che testimoniano eventuali presagi da parte di uomini politici vicini al diretto interessato Silvio Berlusconi. La corte costituzionale è magicamente diventata bolscevica solo ed esclusivamente dopo la sentenza sfavorevole. Coincidenza? Può darsi. Purtroppo ci si dimentica che i giudici hanno giudicato GLI ATTI e non i soggetti governanti, cosi come ha giustamente detto un esponente del CSM.
La tendenza è questa: quando una sentenza è favorevole al buon "presidente eletto dagli italiani" si parla di SENTENZA GIURIDICA (quindi leale, equa) mentre quando si tratta di una sentenza avversa al Berlusconi si tratta di SENTENZA POLITICA.

L'onestà intellettuale è stata completamente calpestata da questa classe dirigente.
"Non ci resta che piangere".

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