lunedì 26 ottobre 2009

Una brutta faccenda

(DA UNA STORIA VERA, RACCONTATA DA MIA NONNA)


Siamo agli albori del '900.
Il periodo della vendemmia.
La campagna abruzzese.


Renata è una giovane ragazza, con capelli rossi, carnagione chiarissima, seno timido. E' figlia di contadini. Suo padre è proprietario di un piccolo podere. La famiglia possiede dei vigneti.

Renata è promessa in sposa ad un giovane ragazzo, figlio di un avvocato e di una contessa. Si chiama Mario.
Mario è vivamente innamorato di Renata.
I genitori del giovane non sono molto felici dell'innamoramento del figlio. Contado-borghesia: un binomio che funziona ben poco.

Mario è costretto a scappare di casa.
Si trasferisce dalla sua amata. Convivono nell'abitazione rurale di Renata ma dormono in stanze diverse. Ancora non sono sposati.

Renata, il padre, la madre e Mario stanno cogliendo l'uva.
Sono tutti felici. Discorrono con tranquillità tra di loro, mentre provvedono alla coltura.

Renata resta sempre vicina al suo innamorato. I due si amano alla follia.
I genitori di Renata si distraggono.
Renata ne approfitta per baciare il suo ragazzo. Compie uno scatto repentino per toccare la bocca maschile. La rapidità e la fretta la condannano. Inciampa su di una pietra. Perde l'equilibrio.
Non cade. Riesce a rimanere in piedi.

Però il gesto inconsulto l'ha punita. Crudelmente. E'stata condannata dalla voglia di baciare il suo amato.
Una scoreggia è fuoriuscita dal suo sedere. Un boato fortissimo che hanno udito tutti i presenti. Soprattutto Mario.

La naturalezza fisiologica del peto umano è stata più spietata di una rovinosa caduta, che avrebbe provocato un semplice, positivo e condiviso riso.

Mario è vivamente scandalizzato dall'accaduto.
Con sdegno abbandona il campo coltivato.

Renata è invasa da una vergogna assurdamente disumana. Il suo volto si colora di un rosso purpureo. Sta per scoppiare. Vorrebbe piangere. La vergogna la blocca.
Non riesce a comprendere la reazione di Mario. Se n'è andato senza dire nulla.

Dopo alcuni minuti di immobilità e di potente imbarazzo, Renata corre verso la casa.
Mario non c'è più. E' andato via.

Renata è pervasa da un terribile sconforto.

Il giorno seguente Mario si fa sentire. Comunica al padre di Renata che ha intenzione di lasciare immediatamente la figlia. "Non posso sposarmi con una scrofa". Mario è categorico.

Renata apprende la notizia. Cade nella disperazione più assoluta.
Oltre alla pessima figura fatta davanti al suo fidanzato è stata lasciata dallo stesso.
Oltre al danno, la beffa.

Passano i giorni. Mario è davvero sparito.
Renata non se ne fa una ragione. Il suo pensiero torna inevitabilmente a quel fatale giorno nel quale il suo sedere ha tuonato. Maledetto sedere. Disgraziata natura umana. Dannato fisico umano.

La ragazza non esce più di casa. E' in pessime condizioni psicologiche.


Tenta il suicidio. Non ci riesce.

Capelli bianchi. Viso scavato. Occhi disastrati. Labbra corrose. Denti ingialliti. Unghia lunghe e sporche. Questo è il ritratto tremendamente sconcio di Renata. Una ragazza distrutta.

I genitori non hanno dubbi e i medici neanche: è pazza.

Viene chiusa in un manicomio.

Il crudele e ripetuto elettroshock non riesce a cancellare quel pessimo rumore che ha razzerato la sua esistenza. Non ci riuscirà mai.

(Può una scoreggia distruggere cosi malamente una vita umana?)

Renata conclude i suoi giorni nel buio manicomio di Teramo.
La vita è stata terribilmente spietata nei suoi confronti.
La morte è per lei un sollievo.

I genitori l'hanno vista lentamente spegnersi. Il progressivo e intenso dolore ha assassinato Renata.
La famiglia piange.
Un misero funerale le è stato concesso. Poche persone. Mario non c'era. Nel frattempo si è sposato. Vive a Roma. Ha dei figli. E' contento. Guadagna bene. (Sia maledetto per l'eternità)

Il corpo di Renata, dilaniato dalle mille sofferenze, è stato prontamente seppellito. Ricoperto per sempre.
Chissà se la fredda terra cimiteriale abbia donato un giusto affrancamento ad una donna distrutta dalla cupidigia umana.

Se Dio è realmente buono, giusto e onnipotente, perchè ha concesso una simile oscenità?

Per fortuna il tempo è passato anche per Mario. E' morto.
Satana si starà eloquentemente occupando della sua fetida anima.

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